Marco Levati

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Movement Culture: pratica fisica o viaggio evolutivo?

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ll movimento ti rende veramente una persona migliore? Chiedilo a tua moglie.

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Jul 01, 2025
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Movement Culture: pratica fisica o viaggio evolutivo?
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Il movimento è un potente strumento di esplorazione e crescita, ma da solo non è sufficiente a generare una trasformazione profonda e duratura. È il significato che attribuiamo consapevolmente ai nostri gesti, l'intenzione con cui li compiamo, che fa davvero la differenza nel nostro percorso di evoluzione personale.

Ti è mai capitato di osservare come, nonostante anni di pratica fisica dedicata e costante, alcuni aspetti fondamentali della nostra personalità e delle nostre reazioni rimangano sostanzialmente immutati? Come se, pur diventando progressivamente più forti, più flessibili e tecnicamente più capaci, certe tensioni emotive, certi pattern comportamentali, certe sfide interiori continuassero a presentarsi con la stessa intensità di sempre?

Il movimento rappresenta una meravigliosa porta d'accesso verso dimensioni più profonde di noi stessi, ma è solamente l'intenzione consapevole e diretta che possiamo trasformare questa porta in un vero e proprio percorso trasformativo.

La grande illusione del trasferimento automatico

Spesso diamo per scontato che l'allenamento sistematico del corpo porti automaticamente a una trasformazione parallela della mente e dello spirito. Ci illudiamo che imparare a eseguire una verticale perfetta ci insegni spontaneamente la resilienza necessaria per affrontare le sfide della vita quotidiana, o che sviluppare flessibilità fisica significhi inevitabilmente diventare più adattabili e aperti anche nelle relazioni interpersonali e nei nostri schemi di pensiero.

A volte questo trasferimento naturale effettivamente avviene, creando dei cambiamenti profondi e duraturi. Molte altre volte, però, questo processo non si verifica spontaneamente. E quando questo trasferimento automatico non si manifesta, la ragione non risiede nella mancanza di sforzo o dedizione da parte nostra, ma piuttosto nell'assenza di una direzione interiore chiara e consapevole che guidi la nostra pratica verso obiettivi trasformativi specifici.

I segnali preziosi da ascoltare

Forse anche tu ti sei ritrovato a vivere qualcuna di queste esperienze, così comuni tra chi pratica movimento con serietà e costanza:

Il burnout silenzioso del praticante inconsapevole: Dopo anni di allenamento intenso e apparentemente produttivo, ti accorgi improvvisamente che non stai più davvero ascoltando i segnali del tuo corpo, ma stai invece inseguendo ossessivamente un ideale di perfezione tecnica che ti allontana sempre più dalla gioia originaria della pratica. Il movimento, che era nato come una passione autentica e liberatoria, si è gradualmente trasformato in un dovere rigido e opprimente.

La contraddizione tra forza fisica e fragilità emotiva: Ti senti disciplinato, preparato dal punto di vista fisico, padrone di tecniche complesse e challenging, ma scopri di faticare ancora enormemente a gestire momenti di frustrazione quotidiana, a mantenere la pazienza necessaria nelle relazioni familiari o a navigare con serenità le dinamiche complesse del mondo professionale.

Il maestro tecnicamente competente ma emotivamente isolato: Hai costruito negli anni una pratica solida e rigorosa, hai forse anche sviluppato un business di successo attorno al movimento, ma senti profondamente che alcune dimensioni fondamentali della vita come la capacità di creare connessioni autentiche e vulnerabili con gli altri, restano largamente inesplorate e poco sviluppate.

Il danzatore che danza senza lasciarsi andare: Hai praticato danza per anni, partecipando a sessioni di movimento libero ed espressivo, ma solo di recente hai iniziato a chiederti con onestà se stai davvero ascoltando le necessità profonde del tuo corpo o se stai semplicemente eseguendo movimenti che la tua mente considera "appropriati" per quel contesto. Forse quello che mancava era semplicemente un'intenzione più precisa e consapevole, un piccolo ma fondamentale cambio di prospettiva interiore.

Non c'è assolutamente nulla di sbagliato o patologico in queste esperienze, che rappresentano anzi tappe naturali in ogni percorso serio di crescita attraverso il movimento. Tuttavia, esse possono essere interpretate come segnali preziosi, indicatori che esiste un altro livello di profondità e consapevolezza da esplorare e integrare nella nostra pratica.

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